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Tema già fatto (svolto) sull'isis e terrorismo

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Marzia98
view post Posted on 4/8/2015, 22:39




Punto primo: che cos’è l’Isis e come è nato. L’Isis è una sigla che sta per Stato Islamico dell’Iraq e della Siria e indica l’organizzazione armata di matrice estremista, nata come Stato Islamico dell’Iraq (Isi) e inizialmente affiliata ad Al Qaeda da cui si è poi resa indipendente. Il 29 giugno 2014 questo gruppo di jihadisti ha annunciato la creazione di un califfato islamico nei territori controllati tra Siria e Iraq e ha nominato il proprio leader Abu Bakr al-Baghdadi “califfo dei musulmani”. L’obiettivo è quello di ridefinire i confini del Medio Oriente cancellando ogni traccia dell’attuale occidentalizzazione. “Il califfato – stando a quanto riportato da The Post Internazionale a febbraio - si estende da Aleppo, nel nord della Siria, alla regione di Diyala, nell’est dell’Iraq. Attualmente occupa un territorio di circa 35mila chilometri quadrati e oltre 6 milioni di persone vivono sotto il suo controllo.”
– Punto secondo: Isis – la crescita di questo movimento terrorista. Alla causa dell’Isis hanno aderito più di 80.000 combattenti che hanno fatto crescere un modo esponenziale un gruppo terroristico che, fino a tre anni fa, contava circa un migliaio di militanti armati. Questa impennata di adesioni riflette anche la situazione economica dello Stato Islamico che in poco tempo è riuscito a diventare il gruppo terroristico più ricco al mondo con un patrimonio superiore ai 2 miliardi di dollari. Una cifra impressionante resa possibile anche dagli introiti derivanti giornalmente dal business del petrolio che, dopo la conquista della città di Mosul, frutta ben 3 milioni di dollari al giorno. La provenienza del restante patrimonio, sempre citando The Post Internazionale, è così ripartibile: “430 milioni di dollari rubati nelle banche depredate lungo il cammino di conquiste, 96 milioni di dollari grazie al riciclaggio di denaro nella zona di Mosul, 36 milioni dal business dei tesori archeologici e circa 343 milioni da altre attività ancora da chiarire.”. Dati i mezzi tecnologicamente avanzati utilizzati dall’Isis per la guerra in molti pensano che ci siano anche ulteriori forme di finanziamento. Il Washington Post, per esempio, ha parlato di donazioni provenienti dal confine turco-siriano.
– Punto terzo: Terrorismo online – la strategia dell’Isis. Lo Stato Islamico fonda buona parte della sua strategia del terrore sulla sua capacità di diffondere in modo capillare i propri contenuti sul web. Twitter, Facebook, YouTube e vari blog si sono infatti affiancati al più classico messaggio inviato alle emittenti televisive consentendo una vera e propria invasione mediatica e una propaganda mondiale, forti soprattutto dell’utilizzo della lingua inglese. Per capire fino a che punto il sistema di comunicazione messo in piedi dall’Isis funzioni alla perfezione, basta pensare che la loro rete di account Twitter è riuscita ad inviare quarantamila tweet in un solo giorno. L’intenzione è quella di creare un vero e proprio marchio del terrore. È infatti proprio in quest’ottica che si comprende come mai la propaganda passi anche attraverso la vendita di gadget che si possono acquistare, tra l’altro, su Internet o a Istanbul e la distribuzione da parte dei militanti di caramelle e gelati per strada e negli ospedali.
– Punto quarto: cosa c’è da sapere sui video dell’Isis. La punta di diamante di questa macchina del terrore è ovviamente la diffusione dei video, in aumento negli ultimi mesi, in cui l’Isis mostra in modo crudo e spietato l’uccisione degli ostaggi caduti nelle proprie mani. Volendo individuare un inizio in questa ondata di immagini strazianti si può fare riferimento al video diffuso il 19 agosto con cui i jihadisti dello Stato Islamico hanno reso nota al mondo la decapitazione di James Foley, giornalista statunitense rapito in Siria nel 2012. Il filmato ha dato il via ad una serie di minacce e ricatti che hanno portato all’esecuzione, sempre accuratamente filmata, anche del giornalista degli Stati Uniti Steven Sotloff, del britannico David Cawthorne Haines e del francese Hervè Pierre Gourdel. I video però non sono finiti. È del 3 febbraio la notizia della diffusione, da parte dello Stato Islamico del filmato dell’esecuzione del pilota giordano Muadh al-Kasasibah, arso vivo in una gabbia e poi ricoperto di macerie. Infine, in questi giorni, i militanti hanno diffuso un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti rapiti in Libia.
 
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